Il riposo del demone venne turbato. I Nurglini erano agitati, turbati, rumorosi e litigiosi. All'inizio tento di placarli con gentilezza, poi irritato divenne rabbioso. Le piccole e racappricciati figure risposero ammassandosi, l'una sull'altra, fino a raggiungere le dimensioni dell'enorme massa putrescente del demone. Hangor li guardò stupito, finchè non iniziarono a parlare all'unisono. Certo non era lo stesso tono, ma la cadenza, l'uso delle parole. Da quanto non sentiva il brivido che gli provocava, se lo era quasi scordato!
Gli pareva di averlo davanti, possente nella sua altezza, scheletrico e inquetante, il suo Primarca lo chiamava.
"Sì Padre!" rispose.
La voce si complimentò, era fiero di lui. Ma lui ormai era indipendente, era un demone, come il Padre, non prostrò. Era un discorso tra pari. Era una rivelazioni di segreti, la possibilità di compiere qualcosa di più grande, che avrebbe reso la sua opera ben altro che un giardino. Il suo nome sarebbe stato ricordato per sempre gli disse il Padre...