La storia di Mot, detto il Salvatore
Gli sciocchi la chiamavano fede e anche lui era stato uno sciocco, molte volte in molti millenni.
Era stato sciocco prima della rovina della Città Perfetta, sciocco e cieco ad adorare un falso dio che lo aveva umiliato nella polvere insieme ai suoi fratelli e a suo padre.
Era stato cieco e sciocco quando i cappellani gli avevano mostrato la verità primordiale, così semplice e così terribile. La fede in suo padre aveva colmato i suoi dubbi, là dove non era sufficiente la mente arrivava il suo cuore e la fiducia in Lorgar il più saggio dei saggi, l'Urizen
Per millenni era bastata la parola di Lorgar a farlo combattere. Millenni di battaglie, massacri, ferite e sofferenza per salvare l'umanità sorretto dalle parole di Lorgar. La fede era la sua unica necessità, senza il suo requiem, senza la sua ascia a catena, anche senza braccia o senza occhi poteva continuare a combattere, senza fede invece era più inerme di un bambino. Come il promezio alimentava gli spiriti macchina così la fede alimentava il suo fervore.
Ma poi, un giorno, la sua fede era morta. Qualcosa di più grande l'aveva sostituita.
Il momento in cui raggiunse l'illuminazione fu il più terribile della sua vita, più di Istvann, più delle purghe dei sui fratelli, più delle ferite e delle sue morti. La fede era stata sostituita dalla comprensione piena e totale della Verità.
Una visione all'interno del Warp, sussurri che attraversavano il velo tra materium e immaterium, il grido di innumerevoli anime mietute come grano in un istante. Un massacro più grande e totale di quanto una mente potesse contenere. Bestie che laceravano e divoravano la galassia, titaniche ombre nel Warp che spaventavano anche i leviatani che solcavano il mare delle anime. Le visioni indotte da quell'abominio tormentarono lui e i suoi fratelli fino ad indurli a strapparsi gli occhi da soli senza però essere lasciati in pace. Alcuni si uccisero. Un vascello di ciechi mormoranti preghiere e cadaveri finché le preghiere non furono esaudite, minuti, ore, secoli o ere dopo.
La comprensione della verità, l'illuminazione, avvenne per tutti i sopravvissuti contemporaneamente.
La galassia sarebbe morta divorata dalle bestie. Per salvare l'umanità bisognava riforgiarla realizzando la piena comunione con i daemon in modo che potesse sopravvivere nell'immaterium e nei suoi mondi paradisiaci protetta dagli dei. Di nuovo la fede nel Chaos, la vera fede. Bisognava eliminare chi si opponeva, l'imperium. Bisognava eliminare il falso dio che stava attirando le bestie e condannando l'umanità.
Morte al Falso Imperatore.
Finalmente la piena comprensione della parola di Lorgar..
Tutti i 47 santi sopravvissuti fecero voto agli dei e a se stessi di realizzare il piano.
Mot era uno dei salvatori, cercava gli eletti destinati a fondersi con i daemon e li accompagnava nel lungo viaggio verso il Paradiso, il cammino delle ombre, terribili prove. Prima astartes o sacerdotesse, poi l'ascesa in comunione con il proprio daemon e infine la salvezza nel Warp.