Il capitanto Stark era partito solo da pochi giorni e già fratello Banjo cominciava a sentirsi inquieto: il grosso della III° Compagnia dei Magli Scarlatti era con lui, e le forze rimaste non erano nemmeno lontanamente sufficienti per difendere i mondi di quel settore.
Il bibliotecario in particolar modo era preoccupato per la minaccia demoniaca. Fino a quel momento avevano dovuto subire pesanti perdite a causa di quelle mostruosità infernali: la più dolorosa era stata quella del grande Maestro Capitolare Pedro Kantor. Ora fratello Banjo si aspettava una nuova incursione dei Figli della Putrefazione.
I suoi timori trovarono conferma all’istante, quando improvvisamente i generatori di energia smisero di funzionare, e per tutta la base di Orione si accesero le luci d’emergenza. In lontananza cominciarono a farsi sentire i minacciosi passi metallici che Banjo aveva imparato a conoscere a sue spese, durante l’ultima battaglia a cui aveva partecipato. Immediatamente prese a suonare la sirena di allarme.
I Magli Scarlatti si rivelarono valorosi come sempre: i fucili requiem iniziarono a suonare la loro antica liturgia di morte, ma la superiorità nemica nella guerra di attrito era schiacciante. Gli space marines finirono ancora una volta per soccombere sotto i colpi della ributtante orda di untori, resi innaturalmente coriacei dai poteri demoniaci. Nemmeno i terminator si rivelarono efficaci e fu solo grazie all’intervento di due cannoniere volanti che fu messo a tacere il minaccioso rimbombo degli strazia anime. La guarnigione di terra però fu incapace di fermare l’inesorabile avanzata nemica, e dopo molte ore di difesa disperata la cittadella fortificata capitolò. Il bibliotecario Banjo decise allora di condividere la morte eroica dei suoi confratelli, e brandendo la sua spada psionica si lanciò da solo contro quella disgustosa massa di indicibile orrore.